WAQFET BANAT. Storie di donne lesbiche palestinesi (supplemento a DWF 117-118)

Editoriale

A distanza di un anno dalla pubblicazione di “Palestina. Femminismi e Resistenza”, DWF torna a essere uno spazio aperto per la voce delle donne palestinesi: storie, personali e intime, di donne lesbiche, bisessuali, transgender, queer e intersex che vivono in Palestina, in altre zone del Medio Oriente e del Nord Africa. Abbiamo deciso di tradurre in italiano una raccolta di racconti – Waqfet Banat – pubblicata nel 2010 da Aswat, centro femminista palestinese per la libertà sessuale e di genere.

21 storie, scritte in prima persona, per la maggior parte anonime, ci raccontano di lotte individuali ma anche del loro possibile impatto sociale, culturale, religioso e soprattutto politico. Un vissuto personale che fa emergere una condizione comune, che svela la trappola dell’isolamento: non si è sole perché quella lotta è anche di molte altre, perché quella battaglia sarà per la libertà di tutte. Ritroviamo così la resistenza, quella doppia resistenza (1) – all’occupazione patriarcale israeliana e al patriarcato interno alla stessa società palestinese – di cui abbiamo raccontato un anno fa. Ma è anche una resistenza in cui non si rintraccia necessariamente la questione palestinese, bensì da cui emerge una pervadente questione di genere, di libertà e liberazione che va oltre i più potenti confini identitari nazionali e li intreccia, annoda e slega in modi imprevedibili.

Nei racconti c’è la difficoltà ad affrontare la propria sessualità da sole, lo stigma della comunità, l’affidamento, più o meno consapevole, alle famiglie e alle loro “soluzioni”, che si tratti di un matrimonio o di uno psicologo, la presa di coscienza individuale e, grazie all’incontro con Aswat, la forza del collettivo. Attraverso le parole di queste donne scorgiamo un mondo che, seppur lontano, evoca memorie e vissuti che conosciamo bene, una cultura maschile e patriarcale che colloca le donne e le persone LGBTQI in un ruolo e in uno spazio ben definito, che non prevede l’eccedenza, e che anzi considera eccesso tutto ciò che varca quei confini. In un paese che ha fatto della difesa dei confini la sua resistenza, essere donna, essere lesbica significa ancora oggi rischiare la morte per mano della propria famiglia.

“Non può esserci liberazione per la Palestina senza la liberazione delle donne” è lo slogan risuonato nelle piazze di tutte le strade della Palestina occupata a partire da settembre scorso, quando le donne sono scese in strada per dire basta alla violenza di genere. Il movimento Tàlia‘àt (in arabo “quelle che escono”) è nato sulla scia dell’ennesimo femminicidio: quello della giovanissima Israa Gharib, 21 anni, trovata morta il 22 agosto scorso nella sua casa a Beit Sahour, vicino Betlemme.

In questa pubblicazione leggerete storie d’amore, di dolore, di solitudine, di paure e umiliazioni, di riscatto, di compromessi, di mediazioni, di matrimoni-coperture, di famiglie contro. Storie di viaggi alla ricerca di un mondo più accogliente, storie di ritorni a testa alta o di silenzi complici. Donne giovani, che raccontano la sorpresa e il disagio di scoprirsi diverse, di sentirsi sbagliate, ma anche la gioia dell’incontro con altre donne, la forza di essere sé stesse, la voglia di vivere la vita.

Se il personale è politico, questa pubblicazione dimostra che le scelte che le donne compiono nel loro quotidiano possono cambiare il mondo, varcare i confini e camminare sulle gambe di chi ha sentito la necessità e si è data la possibilità di raccontarsi. Per noi, superare tali confini è anche porci in una dimensione di ascolto, decolonizzare gli spazi reali e virtuali per scoprire nuove forme di alleanze.

Tradurre Waqfet Banat, dopo le pubblicazioni in arabo, inglese e spagnolo, è quindi per DWF un gesto politico. Le traduzioni “trasportano inevitabilmente le pratiche e le riflessioni di altre donne in un’altra lingua e in un’altra cultura” (2), si muovono nel mondo, si intrecciano con le pratiche politiche di altre, sostengono e ispirano altre donne. E DWF sostiene le donne che scelgono di non rimanere in silenzio.

(tdm, sf)

(1) DWF (117-118), PALESTINA. Femminismi e resistenza, 2018, 1-2
(2) DWF (114) Escursioni. Scritti femministi oltre confine, 2017, 2

Indice

MATERIA

MENTRE DORMIVI
NON UNA BARBIE
MASCHIACCIO
“IL PECCATO”
TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO
CONFISCANDO UN’IDENTITÀ
QUANDO SCENDE LA NOTTE
CHI SONO IO
GENTILE COME UNA RAGAZZA
PRIMA SII UNA DONNA
IL PISELLINO E LEI
IL PRIMO SCHIAFFO
IL MIO PASSATO PER TE, IL MIO FUTURO PER ME
MIA MADRE E I COMMENTI DELLA GENTE
CURIOSA
LA PRIMA VOLTA CHE MI INNAMORAI DI UNA DONNA
LA NOSTRA STORIA
RICONCILIAZIONE CON ME STESSA
IL MIO VIAGGIO VERSO L’ORGOGLIO
PEZZI DI UN PUZZLE
LIBERAZIONE

APPENDICE

“NEL MURO DELL’APARTHEID NON C’È NESSUNA PORTA”. INTERVISTA A GHADIR SHAFIE
PINKWASHING: STRATEGIA INTERNAZIONALE E AGENDA NAZIONALE DELL’APARTHEID ISRAELIANA
PRESENTAZIONE DEL COMITATO PINKWASHING DEL BDS