TEMPI MODERNI, DWF (39-40) 1998, 3-4

Editoriale

Le recenti esperienze e i racconti delle donne incontrate durante la presentazione dei numeri precedenti di DWF mostrano un mutamento soprattutto nella capacità di “fare”, cioè nel desiderio e nell’interesse a dare vita con altre donne a iniziative pubbliche – spesso in riferimento al proprio lavoro ma non solo – che si realizzano fuori dell’ambito politico del femminismo. Questo ampliamento delle possibilità del nostro fare può produrre un disorientamento ma ci costringe anche a ragionare su cosa intendiamo oggi per relazione personale e politica, sulle differenze tra le esperienze tra donne e la pratica politica.

Indice

STRADA PRIVATA
Ripercorrendo gli interrogativi che si pongono a quelle donne che non vogliono "restare imprigionate da un eccesso di fedeltà "alla propria stessa storia, l'a. interloquisce con l'editoriale per concludere che il "fare da sé" può rivelarsi niente altro che una scorciatoia. "Se non viene messa in comune la dimensione essenziale, quella della costante interrogazione e del rapporto fra sé e la realtà, si privatizzano proprio le relazioni tra donne, le cui modalità e qualità sono inscritte nell'esperienza, e perdono politicità".
AGIRE NEL SILENZIO
L'autrice riflette, a partire dalla sua esperienza professionale, sull'usura delle parole e sul valore eccessivo che si può' attribuire al nominare: "Mi viene il dubbio che forse i mutamenti del simbolico non si diano solo attraverso ciò che viene detto; forse anche ciò che ciascuna di noi riesce a fare - e quindi ad essere - produce mutamenti nell'essere e nel pensare di chi ci sta attorno, e questi mutamenti non sono privi di peso rispetto al perpetuarsi di ordini simbolici".
LE RAGAZZE CATTIVE VANNO DAPPERTUTTO
A partire dal rapporto con le sue studentesse all'università, ma non solo, l'autrice fa alcune considerazioni sul senso di tali legami: "non sono comunque legami immediatamente politici, lo diventano se li nominiamo come tali. Se il registro del linguaggio interviene per dire lo scarto nei confronti del fare quotidiano". Zamboni avanza alcune ipotesi sulle cause della resistenza che molte donne oppongono a tale esposizione di sé.
"POTER FARE" E NORMATIVITÀ
Per le autrici la possibilità di un "poter fare" tra donne non garantisce una critica dell'esistente e delle sue rinnovate minacce normative. Sembra piuttosto l'ultimo riparo ingannevole contro l'angoscia che ogni vivente prova di fronte alla propria debolezza. Occorre invece la "capacità di cogliere degli eventi in maniera ampia e non episodica incrociando la possibile libertà femminile con una diagnosi del presente".
CORPO EROTICO E UTOPIA. Figure del passaggio nel romanzo di M. Atwood "The Handmaid's Tale"
L'autrice presentata da Patrizia Calefato analizza il romanzo di Atwood come un testo che "passando per un linguaggio visionario, poetico, diventa luogo di dispiegamento del corpo significante, condizione comune a due modi di costruirsi del senso: il femminile e l'utopico".
BRACCIA DI HADASSAH
L'autrice riflette - da intellettuale, da femminista, da americana - sull'identità ebraica. Come scrive in una nota finale "It's not easy to write about being Jewish": lei lo fa ripercorrendo con appassionata ironia alcuni momenti cruciali della sua formazione e della sua vita, e in contrappunto con quanto di banale la produzione del discorso antisemita sa manifestare nel quotidiano.
"LUNGHE STRADE MAESTRE, BIANCHE DI VE E DI POLVERE". La provincia in scena nella narrativa della Marchesa Colombi e di Natalia Ginzburg
L'autrice legge i percorsi di vita dei personaggi femminili protagonisti di due romanzi della Marchesa Colombi e di Natalia Ginzburg. Attraverso l'analisi delle loro peripezie, mette in evidenza il rapporto tra la soggettività femminile in formazione e la dimensione spaziale della città di provincia. Traccia un'ipotesi di genealogia letteraria tra le due scrittrici.
L'(AUTO)BIOGRAFIA. Una figura di lettura nella politica co(n)testuale femminista
L'autrice ripercorre la problematica che ruota intorno alla scrittura autobiografica quando si abbandona la tradizionale visione patriarcale che ne fa un genere letterario e si analizza invece la produzione teorica femminista in questo campo. "La scrittura - argomenta l'a. - si performativizza ad opera della lettura, così che il problema diventa quello della traccia dell'una nell'altra, e diventa il problema di una soggettività fantasmatica (costruita nella lettura). In questo senso, non vi sono che autobiografie ibride, di soggetti impuri: non c'è il soggetto che scrive, e non c'è il soggetto che legge, ma c'è il passaggio (semiotico) di uno sguardo su tracce soggettive".
SLIDING DOORS
In questa parte del numero si presentano due documenti politici: La porta di vetro. Donne e uomini tra potere e impotenza della politica di Maria Luisa Boccia, Gloria Buffo, Ida Dominijanni e Spostamenti femministi del gruppo romano ONDA, che hanno fatto seguito ai numeri di DWF (34-35) 1997 e (36) 1997. Da punti di vista molto diversi essi riprendono quei punti e analizzano la situazione italiana per farne oggetto di riflessione organica e pubblica.