LA DONNA DELLO SCHERMO, Nuova DWF (8) 1978

Editoriale

La teorizzazione dell’immagine femminile implica una ricerca sui meccanismi di percezione e di fruizione, a loro volta determinati dai bisogni e dalle aspettative dello spettatore stesso. Nella seconda parte del numero, analisi sulle attrici e sulle operatrici cinematografiche che riescono a segnare di sé, del proprio “lavoro” il prodotto finale: riescono cioè a trasmettere, trasgredendo il loro ruolo, qualcosa della propria differenza sociale e sessuale.

Indice

MITI E RITI DEL CINEMA. Gli erotici fantasmi dell'immaginario
L'autrice basandosi sulla psicoanalisi analizza il problema dell'elemento erotico - sia dal punto di vista del linguaggio, sia dal punto di vista della creazione del personaggio femminile. Analizza anche il meccanismo del "piacere" legato alla ritualità cinematografica e alla produzione dell'immaginario che si manifesta nei simboli della "vamp" e della "star". L'articolo si conclude con una serie di note sul "genere" del cinema pornografico con le sue precise implicazioni psicologiche.
PIACERE VISIVO E CINEMA NARRATIVO
L'autrice, basandosi sull'analisi lacaniana dell'istinto scopofilico vede nelle rappresentazioni dei caratteri femminili nel cinema narrativo una castrazione legata all'effetto dei meccanismi voyeristici e feticistici. Per superare le convenzioni dell'accumulazione monolitica dei film tradizionali bisogna liberare lo sguardo dello spettatore verso un distacco dialettico, così che l'immagine della donna non sia più usata per soddisfare esigenze feticistiche, di voyerismo attivo o passivo.
LA "DARK LADY". La donna del cinema noir
L'autrice vuol dare un'interpretazione sociologica del cinema noir americano (che comprende la produzione drammatico-criminale hollywoodiana degli anni quaranta) analizzando in particolare l'immagine delle donne protagoniste. Esse riflettono l'angoscia di un'epoca di crisi sociale, caratterizzata non soltanto dalla fine del "sogno americano", ma anche dalla destabilizzazione del sistema patriarcale tradizionale.
CINEMA DELLE DONNE COME CONTROCINEMA
L'autrice si interroga sulle strategie da usare all'interno delle istituzioni esistenti per scavalcare le strutture rigide e gerarchiche del cinema dominate dagli uomini. L'a. auspica che il cinema, prodotto dalle donne, sia nello stesso tempo un cinema politicamente impegnato e un cinema capace di divertire nel senso più autentico della parola. Vede nel lavoro collettivo, basato sulla solidarietà fra donne, una provocazione formidabile e il solo modo per arrivare a cambiamenti strutturali.
LA PRIMA CINEMATOGRAFICA FEMMINISTA. Che cos'è e a che cosa serve
Per critica e teoria cinematografica l'autrice intende un fatto qualitativo e non soltanto una critica e una teoria prodotte da donne. Da una parte essa si collega alle elaborazioni teoriche del movimento delle donne, dall'altra si serve della metodologia critica all'ideologia marxista, distinguendosi dalla critica dominante per una presa di posizione precisa e dichiarata. Lo scopo di tale critica è di cercare di eliminare i pregiudizi - presenti spesso anche nelle donne - con i quali si legge un film, e di mettere a disposizione delle donne strumenti per potersi formare una propria opinione.
LA "DONNA DELLO SCHERMO". Alcune considerazioni sull'attrice e sull'autrice nel cinema
L'intento di queste note è di rianalizzare la funzione della donna come oggetto di spettacolo e come presenza creativa nella storia del cinema. Da una parte, la donna nel cinema trasmette una realtà-altra, vale a dire l'immaginario dell'uomo, il suo mondo simbolico; dall'altra, attraverso il suo lavoro professionale, riesce ad esprimere elementi della sua propria realtà in quanto donna. Ciò vale per l'attrice, ma ancor di più per la donna cineasta il cui linguaggio per forza di cose rivela una differenza di angolo di visuale, anche se spesso ciò avviene a sua insaputa.
LO STAR-SYSTEM. Costruzione del femminile e lavoro del corpo
Secondo l'autrice non è sufficiente vedere il cinema unicamente da un punto di vista semiologico. Un'analisi corretta non può tenere separata la funzione dei "segni" dal processo produttivo e comunicativa cinematografico. In tale prospettiva il prodotto culturale e artistico da semplice rappresentazione sociale si trasforma in "realizzazione sociale". Applicando tale analisi alla costruzione del femminile nel cinema hollywoodiano, l'autrice deve forzatamente partire dal corpo stesso dell'attrice che rivela, al di là della professionalità, le sue "particolarità" fisiche e sociali.
INTERVISTA A LOTTE EISNER
Lotte H. Eisner è una delle pochissime donne che hanno svolto attività critica teatrale e cinematografica fin dai lontani anni '20 e '30. Si traccia un profilo della sua attività e la si interroga proprio sulle protagoniste di quel periodo, in particolare sull'attrice e intellettuale Louise Brooks.
DONNA E CINEMA. Bibliografia
Questa bibliografia non ha la pretesa di esaurire tutta l'ampia produzione sul tema "Donna e cinema": è piuttosto una panoramica, nel tentativo di fornire uno strumento a chi desiderasse approfondire i propri studi o si accingesse ad una ricerca.
L'USO DEL TEMPO NEL CINEMA DELLE DONNE
L'autrice, ripercorrendo la sua produzione cinematografica ( che si colloca esclusivamente nel campo del cinema sperimentale) racconta in qual modo ha combinato il tempo reale con il tempo dell'immaginazione e del sogno per superare le separazioni artificiali nell'esperienza del tempo, tipiche di un lavoro concettuale. Il suo obbiettivo è di accostarsi all'esperienza vissuta. Influenzata soprattutto dal cinema poetico di Maya Deren, cerca di rappresentare un "tempo simultaneo".
LA CINEPRESA E LO SPECIFICO FEMMINILE
L'autrice pone l'attività sua e di molte donne registe sotto il segno delle contraddizioni tra l'impossibilità sociale a lavorare professionalmente, e la volontà di trovare nondimeno condizioni che permettano loro di esprimersi. In particolare viene preso in esame il rapporto di queste donne con la cinepresa, scorgendo nel carattere mediato di questo rapporto, dovuto a una scarsa familiarità con gli strumenti tecnici, un vantaggio in quanto permette di mantenere una certa distanza dai media.
IL CERVELLO È UN MUSCOLO. Un'analisi del "Trio A"
L'autrice proviene dalla danza moderna e opera oggi anche nel cinema sperimentale, in stretto rapporto con lo sviluppo delle arti figurative negli Stati Uniti. In questo articolo, in corrispondenza con le ricerche dell'arte minimalista, esamina attentamente la distribuzione dell'energia spesa sia all'interno di un singolo movimento, sia in rapporto al fraseggio, per arrivare a un ripensamento radicale dell'espressione corporale in rapporto con la danza tradizionale.
Dibattito [Un incontro con le autrici dei "Mille volti di Eva"]
La redazione di "nuova dwf" ha organizzato un dibattito con le realizzatrici di un programma televisivo sull'immagine della donna nelle diverse epoche del cinema. Il dibattito ha messo in evidenza le enormi difficoltà che questa équipe di operatrici ha incontrato all'interno di una istituzione come la Radio Televisione Italiana, con i suoi mille meccanismi burocratici e le mille gerarchie da rispettare, che hanno fortemente limitato le intenzioni di partenza.
LA DONNA NEL RECENTE CINEMA EGIZIANO. Alcune note