GERMOGLI. Pratiche ecofemministe, DWF (132) 2021, 4

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Editoriale

Quello che state per leggere è numero che ci ha permesso di entrare in contatto con la vulnerabilità, la cura, l’impegno, la responsabilità, l’inclusione-esclusione, le prospettive sul futuro e le sue configurazioni. Uno scorcio nelle relazioni tra umano e non umano. Un’occasione che si è data partendo da un desiderio: quello di parlare di ecofemminismi, di pratiche politiche che si radicano in una diversa idea di “natura” e di relazioni tra specie, fuori dalla dicotomia natura-cultura e dalla visione antropocentrica.

L’esperienza della pandemia ha mostrato come una riflessione tra umano e non umano sia un’urgenza politica inaggirabile, e allo stesso modo ha messo in evidenza come il pensiero e le pratiche di molte possano essere una risorsa fondamentale per ripensare i sistemi produttivi, l’organizzazione del lavoro, e la società nel complesso. A nostro avviso, però, l’emergenza sanitaria ha prodotto in alcuni casi, come accade spesso quando le questioni si fanno temi e divengono moda, derive a volte troppo sintetiche, poco approfondite o superficiali. In un proliferare di discorsi, soprattutto in ambito accademico, abbiamo intravisto il rischio di perdere di vista il quotidiano, l’esperienza, le pratiche politiche.

Partendo da questa comune insofferenza verso i dibattiti specialistici, per poche, che a fatica riescono a diventare pratica condivisa, abbiamo cercato voci, storie, individuali e collettive, che sapessero raccontarci di come una visione dell’umano, e del suo rapporto con ciò che umano non è, possa poi dare avvio a pratiche collettive, politiche, femministe. Abbiamo interrogato i vissuti, i gruppi nel loro rapporto tra quotidiano e piano istituzionale. Abbiamo letto e discusso le riflessioni di quelle donne che, per posizionamento femminista, sul solo piano del teorico non sanno starci.

Gli ecofemminismi sono una costellazione che abbraccia molteplici approcci, contesti, storie collettive. Da un punto di vista generale, gli studi “di genere” che fanno riferimento all’ambiente e alla scienza vengono fatti rientrare in quel filone “ecofemminista” nato in America negli anni Sessanta dall’incontro tra movimenti di liberazione delle donne e movimenti ecologisti. Una lettura che mette in connessione l’oppressione delle donne e quella della natura nella società occidentale. Al centro il dominio e lo sfruttamento che lascia, tra le altre cose, scivolare donne e natura le une sull’altra rischiando di sfociare nell’essenzialismo. Nel numero, che presentiamo, le autrici fanno spesso attenzione a evidenziare la criticità del concetto stesso di “natura”, consapevoli di come questa idea sia in parte frutto di un processo culturale che a partire da una separazione illusoria produce oppressione e sfruttamento. Siamo tutte natura (uomini e donne, con buona pace del pensiero patriarcale) e le dicotomie, anche stavolta, si dimostrano non solo violente, ma anche silenti e incapaci di restituire la complessità dell’esistente.

Da quel primo ecofemminismo molto sembrerebbe essere cambiato.

Le epistemologie femministe, la critica queer, le teorie che mirano alla decostruzione del soggetto umano, lo sguardo multispecie, hanno contribuito a ribaltare quella sovrapposizione tra donne e natura e hanno messo radicalmente in discussione l’idea di umano come specie “speciale”. Questo cambio di prospettiva ci vede attore politiche in mezzo ad altri attori politici non umani.

Tutto ciò ci ha spinto a porci domande importanti sulle possibili interlocuzioni con un posizionamento ecofemminista in Italia oggi, alla luce del quadro (anche) pandemico. Siamo partite da un’urgenza politica, dal bisogno di trovare il senso nelle pratiche e nei vissuti di questo approccio. Chiedendoci quali pratiche, quali spazi e realtà ci parlano? Quale è l’agire collettivo? Eravamo affamate di pratiche, siamo andate a cercarle.

Nel pensiero e nella pratica politica delle donne, femministe e non, che si occupano dell’ambiente, nonostante le diversità di contesto e d’impostazione, c’è un elemento comune: partire da un’idea (e da un vissuto) radicati nel “prendersi cura”; una visione dell’ambiente come luogo in cui si vive, si ama, si costruiscono relazioni.

Il numero ci guida alla scoperta di esperienze di rapporto tra umano e non umano (Bosisio, Cirillo) ed entra in dialogo con le riflessioni di alcune donne (Mies/De Joannon, Conti/Turi-Romagnoli, Pulcini/Merenda) che per loro parte hanno tentato di mettere insieme lo sguardo femminista e un approccio prioritario sull’ecologia: la responsabilità, la cura, la relazione tra specie. Ancora, tenta di indagare l’ecofemminismo nella sua pluralità, facendone un quadro non solo teorico ma anche di pratiche, connessioni e alleanze transnazionali (Sarti-Asquer, Chiricosta). A partire dal suo vissuto, Laura Cima ci racconta invece dell’incrocio tra il movimento neofemminista degli anni Settanta, l‘ecologismo e le lotte istituzionali. In un dialogo tra ieri e oggi, i testi pubblicati illustrano e interrogano l’ecofemminismo nel suo farsi pratica politica, nel rapporto tra collettivi, istituzioni, la nascita di nuovi gruppi (Matsutake, Barbara, Di Martino), nel creare nuovi spazi d’immaginazione (Tola).

Questo numero di Dwf lascia aperti molti interrogativi, con il valore aggiunto di mostrare anche i limiti e le contraddizioni delle vie percorse finora. Alle domande poste abbiamo infatti trovato soltanto alcune risposte. Lo riteniamo una narrazione comunque importante, perché dipinge un quadro di nodi, approcci e esperienze a oggi rilevanti per molte donne, attiviste e studiose. Ci ha anche convinto della necessità di avviare ulteriori scambi a partire da alcuni spunti di riflessione: l’ecosistema è qualcosa da cui non possiamo prescindere; non vogliamo solo essere consumatrici etiche, ma donne in lotta, assieme; vogliamo inaugurare pratiche politiche, modi di allearci (anche con specie e linguaggi non umani) in modo femminista. Non è facile capire bene come portare avanti le battaglie in modo incarnato; è vitale mantenere sempre il corpo al centro anche di questo tipo di riflessione politica; è imprescindibile trovare un contatto tra chi parte dall’esperienza e dal proprio vissuto per definire la relazione col mondo e chi scrive, studia e immagina questa relazione.

Da qui vogliamo aprire la discussione, affamate di politica.

(La Redazione)

Indice

MATERIA

AMBIENTE. Storie, conflitti e movimenti in una prospettiva di genere. Riflessioni a partire dalla scuola estiva della società italiana delle storiche (25-28 AGOSTO 2021)
Il contributo sintetizza alcune delle riflessioni emerse nell’ambito della Scuola Estiva della Società Italiana delle Storiche, edizione 2021, dedicata alla storia dell’ambiente in una prospettiva di genere. Si evidenziano, in particolare, la riflessione filosofica di Elena Pulcini su “la cura del mondo” come imperativo etico che traduce in responsabilità collettiva l’emozione della paura della catastrofe; i limiti della categoria di Antropocene, alla luce di una prospettiva di genere che svela la tendenza a riprodurre, anche nelle politiche di uscita dalla crisi ambientale, una narrativa centrata sulla forza prometeica del maschio bianco occidentale; le lotte ambientaliste delle donne e lo sviluppo storico della galassia ecofemminista, dalle sue origini tra anni Settanta e Ottanta (Françoise d’Eaubonne, Carolyn Merchant, Vandana Shiva) alle versioni più contemporanee (ad esempio Greta Gaard), che superano ampiamente il rischio di un ritorno all’essenzialismo da alcune ravvisato nel nesso stretto tra donne e cura del mondo. Indicazioni bibliografiche Appello (2020), Verso una democrazia della cura, https://www.ingenere.it/articoli/verso-una-democrazia-della-cura, 2 aprile 2020. BARCA S., (2020), Forces of Reproduction, Cambridge, Cambridge University Press. BIANCHI B., (2012), Introduzione. Ecofemminismo: il pensiero, i dibattiti, le prospettive, in DEP. Deportate, esuli, profughe, n. 20, pp. I-XXVI. CARSON R., (1962), Silent Spring, Boston, Houghton Mifflin (trad. It. Milano, Feltrinelli, 1963). D’EAUBONNE F., (1974), Le féminisme ou la mort, Paris, Pierre Horay (trad. It. Milano, Garzanti, 1988). GAARD G., (1993 a cura di), Ecofeminism. Women, Animals, Nature, Philadelphia, Temple University Press. GAARD G. (2017), Critical Ecofeminism, Lanham, Lexington Books. GILLIGAN C., (1982), In a Different Voice. Psychological Theory and Women’s Development, Cambridge (MA), Harvard University Press (trad. It. Con voce di donna, Milano, Feltrinelli, 1987). GUIDI L., (2018 a cura di), Distruzioni ambientali: testimonianze e lotte di donne, in La camera blu. Rivista di studi di genere, n. 18. MERCHANT C., (1980), The Death of Nature. Women, Ecology and the Scientific Revolution, San Francisco, Harper & Row (trad. it. Milano, Garzanti, 1988). PULCINI E., (2009), La cura del mondo. Paura e responsabilità nell’età globale, Torino, Bollati Boringhieri. PULCINI E., (2020), Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale, Torino, Bollati Boringhieri. SARTI R., BELLAVITS A. MARTINI M. (2018), What Is Work?: Gender at the Crossroads of Home, Family, and Business from the Early Modern Era to the Present, New York, Berghahn. SERUGHETTI G. (2020), Democratizzare la cura / Curare la democrazia, Milano, Nottetempo. SHIVA V., (1989), Staying Alive. Women, Ecology and Development, London, Zed Books (trad. it. Sopravvivere allo sviluppo, Torino, ISEDI. TRONTO, J. C. (2013), Caring democracy., New York, New York University Press.
LA DIMENSIONE TRANSNAZIONALE DEGLI ECOFEMMINISMI
Gli ecofemminismi sono fenomeni complessi e plurivoci, sia nelle forme sia nei contenuti: comprendono diverse filosofie dell’ecologia, movimenti sociali, cosmovisioni, politiche ambientali, concezioni della scienza, pratiche e modalità relazionali con l'antropico e il non antropico che difficilmente possono essere unificate in un'unica visione. Oltrepassando una concezione essenzialistica del termine, in questo articolo viene indagata la dimensione transnazionale e glocale degli ecofemminismi che si manifesta, non senza criticità, sin dai primi passi del movimento e procede lungo le molteplici articolazioni che l'intreccio tra questioni ambientali e di genere può comporre. Indicazioni bibliografiche Allison, J.E. (2020) Ecofeminism and Global Environmental Politics, in OXFORD RESEARCH ENCYCLOPEDIA, INTERNATIONAL STUDIES (oxfordre.com/internationalstudies), Oxford (USA) International Studies Association and Oxford University Press. D’Eaubonne, F. (1974) Le féminisme ou la mort, Paris, P. Horay Dirks, N.B.; Eley, G.; Ortner, S.B.(1994) Culture/Power/History: A Reader in Contemporary Social Theory, Princeton, N.J.: Princeton University Press Mies, M.; Shiva, V (1993) Ecofeminism, London, Zed Books. Dankelman, I.; Davidson, J. (1988) Women and Environment in the Third World. London, Earthscan Publications, Ltd. Sontheimer, S. (1991) Women and the environment, London, Earthscan Publications. Sturgeon, N (1997), Ecofeminist Natures. Race, Gender, Feminist Theory, and Political Action, New York, Routledge Tomalin, E. (2017), Gender and the Greening of Buddhism: Exploring Scope for a Buddhist Ecofeminism in an Ultramodern Age, in Journal for the Study of Religion, Nature and Culture, 11(4), 455–480. https://doi.org/10.1558/jsrnc.32469
CONVERSAZIONI CON LAURA CONTI
Ambientalista scientifica, medica, partigiana, marxista, dirigente del Partito comunista, scrittrice, anticipatrice delle più importanti questioni ecologiche, divulgatrice e incredibile spirito critico; una donna spiazzante, scomoda, bizzarra e ironica. Laura Conti, cancellata dai grandi discorsi ecologisti della sinistra italiana degli ultimi trent'anni, ha invece ancora tante cose da dirci e da insegnarci. Alla sua idea di politica ambientale e al suo metodo di lavoro, hanno molto da attingere ecologismi e femminismi contemporanei.
ESSERE IN ARMONIA
Riferimenti bibliografici AA.VV. Le donne e la Costituzione, Atti del Convegno (Roma marzo 1988), Camera dei Deputati, Roma 1989. AA.VV. Atti della Consulta nazionale. Discussioni dal 25 settembre 1945 al 9 marzo 1946, Roma 1946. AA.VV. Donne e costituente, a cura del Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma 1996. AA.VV. Donne e Diritto. Due secoli di legislazione - 1796/1896, II, La causa delle donne, Discorso agli italiani della cittadina (1797), Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma 1988. AA.VV. Il voto alle donne. Le donne dall’elettorato alla partecipazione politica, Camera dei Deputati, Roma 1965. AA.VV. Le donne e la Costituzione, Atti del convegno promosso dall’Associazione degli ex parlamentari (Roma, 22-23 marzo 1988), Camera dei deputati, Roma 1989. AA.VV. Lettura al femminile della Costituzione, Atti del Convegno (Milano 25-26 novembre 1988), a cura del Comitato Donne per la Resistenza, Bologna 1989. 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Calloni e Cedroni (a cura di) Le donne nelle Istituzioni rappresentative dell’Italia repubblicana: una ricognizione storica e critica, Fondazione della Camera dei deputati, Roma 2011. CNPO Commissione per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio, La Riforma della Pubblica Amministrazione. La parola alle donne, Poligrafico di Stato, Comitato Pro Voto Donne Torino Convegno Pro suffragio femminile italiano, Torino 7, 8, 9 ottobre 1911, Resoconto morale, Tipografia Subalpina, Torino 1912. Comitato Pro Voto Donne Torino Diciassette anni di lavoro e di lotta per la causa suffragista, a cura del Comitato pro voto donne Torino, febbraio 1906-dicembre 1922, Stabilimento grafico Foà, Torino 1923. D’Amico e Concaro Donne e istituzioni politiche, Giappichelli, Torino, 2006. Dau Novelli Cecilia Introduzione a Le Donne della Costituente, a cura di MARIA TERESA ANTONIA MORELLI, Laterza e Fondazione della Camera dei deputati, Roma-Bari 2007, pag. 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NILDE IOTTI, Una donna della Repubblica, Roma, 4 dicembre 2003, Camera dei deputati. Klein Naomi Una rivoluzione ci salverà: perché il capitalismo non è sostenibile, Milano, Rizzoli, 2015 Libreria delle donne di Milano Non credere di avere dei diritti, Rosemberg & Sellier, Torino 1987. Lonzi Carla Sputiamo su Hegel e altri scritti, Et al. Edizioni, Milano 2010. Mafai Miriam Pane nero, l’Espresso, Roma 2012. Menapace Lidia in Esperienza storica femminile nell’età moderna e contemporanea, Udi, Roma 1988. Parca Gabriella L’avventurosa Storia del femminismo, Mondadori, Milano 1976, www.cpdonna.it. Passerini Luisa Storie di donne e femministe, Rosemberg & Sellier, Torino 1991. Pateman Carole Il contratto sessuale, Editori Riuniti, Roma 1997. Perkins Gilman Charlotte Terra di lei, La vita felice, Milano, 2015 Praetorius Ina Penelope a Davos. Idee femministe per un'economia globale, Quaderni di Via Dogana, Libreria delle donne di Milano, Milano, 2011. 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FOR LOVE OF THE WORLD. Elena Pulcini, una filosofa della cura nell'era della crisi ecologica
Elena Pulcini, filosofa sociale scomparsa lo scorso anno, con la sua filosofia della cura per l’età globale ci lascia riflessioni importanti sulla decostruzione del soggetto moderno, sulla vulnerabilità come fondamento della responsabilità per le/gli altre/i e per il mondo, sulla crisi ecologica. In questo contributo l’autrice ha seguito il suo sguardo critico, situato e femminista per recuperare alcuni fili del suo pensiero da offrire alle lettrici ed ai lettori come spunti teorici e idee di pratiche per immaginare un futuro diverso e realizzare il proposito di Elena: è tempo di pensare al bene. Indicazioni Bibliografiche Botti, C., (2021), La cura e le passioni nella riflessione critica di Elena Pulcini, in "Iride" vol. 2, pp. 239-248, DOI: 10.1414/102453. Gilligan, C., (1991), Con voce di donna. Etica e formazione della personalità, Milano, Feltrinelli. Loretoni, A., (2021), Vulnerabilità, passioni, cura del mondo. Per Elena Pulcini, in “Iride”, vol. 2, pp. 249-265, DOI: 10.1414/102454. Pulcini, E., (1987), La famiglia al crepuscolo, Roma, Editori Riuniti. Pulcini, E., (1990), Amour-passion e amore coniugale. Rousseau e l’origine di un conflitto moderno, Venezia, Marsilio. Pulcini, E., (1992), Note critiche a ‘Giulia o la nuova Eloisa’, Milano, Rizzoli. Pulcini, E., (2001), L' individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale, Torino, Bollati Boringhieri. Pulcini, E., con D’Andrea, D. (a cura di), (2002), Filosofie della globalizzazione, Pisa, ETS. Pulcini, E., (2003), Il potere di unire. Femminile, desiderio, cura, Torino, Bollati Boringhieri. Pulcini, E., con Fimiani, M., Gessa, V. (a cura di), (2004), Umano, post-umano. Potere, sapere, etica nell’eta? globale, Roma, Editori Riuniti. Pulcini, E., (2009), La cura del mondo. Paura e responsabilita? in eta? globale, Torino, Bollati Boringhieri. Pulcini, E., (2014), La sfida del post umano e la nostra responsabilita?, in “Parolechiave”, vol.1, pp.187-200, DOI: 10.7377/77682. Pulcini, E., (2016), Filosofia sociale: critica del presente e prospettive per il futuro, in “Politica e Societa?”, vol.3, pp.299-324. DOI: 10.4476/85511 Pulcini, E., (2018), L’invidia, Bologna, Il Mulino. Pulcini, E., con Merenda, F., (2020a), Piccolo vocabolario filosofico per il post-pandemia, in M. Malvicini, T. Portaluri e A. Martinengo (a cura di), “Le parole della crisi, le politiche dopo la pandemia. Guida non emergenziale al post-Covid-19”, Napoli, Editoriale Scientifica, pp. 475-490. Pulcini, E., (2020b), Prefazione, in “Internazionale convivialista, l’Arte di vivere insieme. Per un’alternativa al neoliberismo. Secondo Manifesto convivialista”, Milano, Feltrinelli. Pulcini, E., (2020c), Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale, Torino, Bollati Boringhieri. Pulcini, E., (2021), Soggetti emozionali. Per aver cura del futuro, in “Iride”, vol. 2, DOI: 10.1414/102455. Spini, D., (2021), Elena Pulcini. Il tempo di pensare al bene, in “Rivista italiana di Filosofia Politica”, vol. 1, 287-305, DOI: 10.36253/rifp-1472.
MARIA MIES E LA RINATURALIZZAZIONE DELL’UMANO
Maria Mies (1931) è tra le prime studiose e attiviste ecofemministe ad aver affrontato il problema della “naturalizzazione” attraverso un approccio sociologico, storico e filosofico di orientamento marxista. L’articolo vuole porre l’accento sulla liberazione del concetto di “natura” dall’ideologia che sottende e che, nel corso dei secoli, l’ha reso un dispositivo di connessione e legittimazione delle varie forme di sfruttamento al cuore del modello produttivo patriarcale e capitalistico. Indicazioni bibliografiche BENNHOLDT-THOMSEN V., MIES M., V.WERLHOF C. (1988), Women. The Last Colony. London, Zed Books BENNHOLDT-THOMSEN V., MIES M. (1999), The Subsistence Perspective, London, Zed Books DALLA COSTA M. (1972), Potere femminile e sovversione sociale, Venezia, Marsilio FEDERICI S. (2019), Calibano e la strega, Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria, Milano, Mimesis MERCHANT C. (1988), La morte della natura: le donne, l’ecologia e la rivoluzione scientifica, Milano, Garzanti MIES M. (1980), Indian Women and Patriarchy, Delhi, Concept Publishers MIES M. (1982), The Lace Makers of Narsapur: Indian Housewives Produce for the World Market, London, Zed Books MIES M. (1986), Patriarchy and Accumulation on a World Scale: Women in the International Division of Labor, London, Zed Books MIES M., SHIVA V. (1993), Ecofeminism, London, Zed Books / Fernwood Publications
ZONE DI CONTATTO. Le epistemologie femministe e l'emersione dei corpi umani nelle relazioni multispecie
In Saperi situati Donna Haraway mette nero su bianco un’emergenza: è «ora di cambiare metafora», in particolare è urgente sostituire la metafora sensoriale della vista – assurta a processo di canalizzazione dominante nei moderni meccanismi di produzione della conoscenza – al fine di ridare legittimità ai corpi come apparato per la produzione di forme di sapere altre. Come femministe, ci inseriamo nel solco tracciato da autrici che cercano di rifare le epistemologie a partire dal corpo che diviene soglia ricettiva della agentività del mondo, ossia delle sue affezioni su di noi. Allenarci ad essere ricettive delle alterità con cui condividiamo le spaziotempomaterilializzazioni che fanno il mondo comune! è questo il monito che troviamo nelle speculazioni di Karen Barad (2012), Vinciane Despret (2019), Maria Puig de la Bellacasa (2017) e Isabelle Stengers (2017). Con Maria Puig de la Bellacasa e Karen Barad ci concentreremo sulla tattilità come esperienza di conoscenza immersiva, mediante la quale il soggetto conoscente si rende ricettivo e dunque vulnerabile alle interferenze con le alterità e le spazialità che abita. Isabelle Stengers, su questa scia, rielabora la proposizione dell’“osa conoscere” nell’“osa gustare”. In questa prospettiva il gusto diviene un’arte delle conseguenze. Vinciane Despret accoglie questa arte praticandola nell’incontro con gli uccelli e i loro territori sonori. Nostro obiettivo è quello di evidenziare come i saperi situati femministi siano in grado di fornire resoconti rigorosi e fedeli alla realtà material-semiotica, proprio in virtù della loro carnalità e parzialità, permettendoci di abitare la distanza conoscitiva cui obbligano le epistemologie della Scienza oggettiva, universalizzante e Maschia. Tatto e gusto, fra gli altri canali possibili, ci mettono a contatto con le ecologie multispecie che attraversano e che già abitano i nostri corpi, permettendo l’emersione di significati e prassi che aiutano a destituire questo modello antropocentrico che impone la conoscenza razionale veicolata dal solo sguardo.
NOTE PER UN ECOFEMMINISMO MINERALIZZATO?
Il presente contributo vuole presentare le sfumature di una ricerca sul campo sulla giustizia ambientale e la prefigurazione nel contesto minerario sardo anche da una prospettiva ecofemminista. Partendo da uno sforzo collettivo di esplorazione empirica, presenta domande che mettono in discussione i presupposti umanisti e la responsabilità politica di affrontare gli incontri tra natura e genere. Inoltre, condivide le domande che sono emerse nel corso della ricerca ed esemplifica come il genere e l'attività mineraria si intersecano, sia nel passato che nel presente. Indicazioni bibliografiche Atzeni, P. (2017). Saper Vivere. Antropologia mineraria della Sardegna nell’Antropocene. Ufficio Stampa Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. Braidotti, R. (2020). Il postumano: La vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte. DeriveApprodi. Concas, I. P. (2015). Voci di donna. Carlo Delfino Editore. Gago, V. (2020). Feminist International: How to Change Everything. Verso Books. Haraway, D. J. (2018). Manifesto cyborg: Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo (L. Borghi, Trans.). Feltrinelli. Harding, S. (2001). After Absolute Neutrality: Expanding “Science”. In Feminist science studies. Routledge. Le Guin, U. K. (2017). Deep in Admiration. In A. L. Tsing, H. Swanson, E. Gan, & Nils Bubandt (Eds.), Arts of Living on a Damaged Planet. Méndez, M. J. (2018). “The River Told Me”: Rethinking Intersectionality from the World of Berta Cáceres. Capitalism Nature Socialism, 29(1), 7–24. https://doi.org/10.1080/10455752.2017.1421981 Sandilands, C. (2010). Queer Ecologies. Indiana University Press. http://www.myilibrary.com?id=297570 Stephens, B., & Sprinkle, A. (2017). THE ECOSEX MANIFESTO 2.0. CSPA Quarterly, 17, 7–11. Sturgeon, N. (1997). Ecofeminist natures: Race, gender, feminist theory, and political action. Routledge. Trujillo, M. L. N. (2021). Saber-hacer ecofeminista para vivir-ymorir- con en tiempos del capitaloceno: Luchas de mujeres contra los extractivismos en Abya Yala. Bajo El Volcán, 3(5). Tsing, A. L. (2005). Friction: An ethnography of global connection. Princeton University Press.
LA PASSEGGIATA A FUNGHI DELLA COLLETTIVA MATSUTAKE VERSO LA GIUSTIZIA MULTISPECIE
Se ci cercate online come “organizzazione politica” avrete poco successo, ci trovate come centro di giardinaggio. E se volete beccarci offline non ci incontrerete in un unico posto: preparatevi a una passeggiata a zig zag per Bologna in compagnia di gattare transfemministe, drag queen e streghe vegane! Cammineremo per le piazze LGBTQIA+ e i mercati genuini clandestini, per le strade in rivolta per la liberazione di corpi, desideri e pianeta! Indicazioni bibliografiche BALZANO A., BOSISIO E., SANTOEMMA I., (2022, forthcoming a cura di), Pinguini, conchiglie e cellule staminali verso futuri transpecie, Roma, Derive Approdi. COOPER M., (2013), La vita come plusvalore: neoliberismo e capitale al tempo delle nuove tecnologie, BALZANO A. (trad.it. e a cura di), Verona, ombre corte. FARRIS S., (2019), Femonazionalismo. Il razzismo nel nome delle donne, MOÏSE M. e PANIGHEL M. (trad. it. e a cura di), Roma, Edizioni Alegre. GIARDINI F., PIERALLINI S., TOMASELLO F., (2020 a cura di), La natura dell’economia. Femminismo, economia politica, ecologia, Roma, Derive Approdi. HARAWAY D., (1995), Manifesto Cyborg, Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, BORGHI L., (trad. it. e a cura di), Milano, Feltrinelli. HARAWAY D., (2019a), Chthulucene. Sopravvivere su un paese infetto, CICCONI C. e DURASTANTI C. (trad. it. e a cura di), Roma, Nero. HARAWAY D., (2019b), Le promesse dei mostri. Una politica rigeneratrice per l’alterità inappropriata, BALZANO A. (trad. it. e a cura di), Roma, Derive Approdi. TSING A., (2021), Il fungo alla fine del mondo. Le possibilità di vivere nelle rovine del capitalismo, Rovereto, Keller.
FFF. FRIDAYS FOR FUTURE TRA GENERI E GENERAZIONI
Un dialogo con tre attivist* di Fridays For Future Italia, movimento nato da Greta Thunberg e diventato in poco tempo una protesta mondiale contro il cambiamento climatico. Punto di riferimento per giovani di tutto il mondo, ma anche soggetto politico che ha conquistato la presa di parola ai tavoli internazionali sul tema, FFF è senz’altro il primo movimento ‘dal basso’ della storia recente che è riuscito, se non a dettare, a rendersi protagonista dell’agenda della politica internazionale. Esiste una questione di genere legata alla lotta e alle pratiche del movimento? Indicazioni bibliografiche Carson, R. (1999 [1962]), Primavera silenziosa, Milano, Feltrinelli Thunberg, G. (2020), La nostra casa in fiamme, Milano, Mondadori, 2020, p. 297

POLIEDRA

LE ECOLOGIE QUEER DI ANNIE SPRINKLE AND BETH STEPHENS IN WATER MAKES US WET
Questo articolo considera il progetto di arte e attivismo ecosessuale di Annie Sprinkle and Beth Stephens. Si sofferma sul documentario Water Makes Us Wet, un’esplorazione dei piaceri e dell’ecologia politica dell’acqua in California. Il film, un road movie con elementi sperimentali, contribuisce a reimmaginare l’attivismo ecologista da prospettiva queer mettendo in relazione sessualità, ironia e giustizia ambientale. Indicazioni bibliografiche Alaimo, S. (2000), Undomesticated ground: recasting nature as feminist space. Ithaca, Cornell University Press. Alier, J.M. (2009) Ecologia dei poveri. La lotta per la giustizia ambientale, Milano, Jaca Book. Davis M., (1999), Geografie della paura. Los Angeles: l’immaginario collettivo del disastro, Milano, Feltrinelli. Haraway D., (2003), Compagni di specie. Affinità e diversità tra esseri umani e cani, Firenze, Sansoni. Mortimer- Sandilands C. ed Erickson B., (2010), Queer ecologies. Sex, nature, politics, desire, Bloomington, Indiana University Press. Mulvey, L. (2013), Cinema e piacere visivo, Roma, Bulzoni. Sandilands C., (1999), The good-natured feminist: ecofeminism and the quest for democracy, Minneapolis: University of Minnesota Press. Seymour, N., (2017), Transgender environments, in MacGregor S. (2017, a cura di) Routledge handbook of gender and environment, New York, Routledge, pp. 253-269. Seymour, N., (2018), Bad environmentalism. Irony and irreverence in the ecological age, Minneapolis, University of Minnesota Press. Stephens B., Sprinkle A., Morris M., (2016), Ecosexuality, in Van Der Tuin I. (2016, a cura di), Gender, Nature, Farminton Hills: MacMillan Reference. Sprinkle A., (2005), Post Porn Modernist. 25 anni da puttana multimediale, Roma, Venerea. Tola, M. (2018), Between Pachamama and Mother Earth: Gender, Political Ontology and the Rights of Nature in Contemporary Bolivia, in Feminist Review, n.118, pp. 25-40. Tola, M. (2019), Planetary lovers: on Annie Sprinkle and Beth Stephens’s Water makes us wet in Ferdinand S., Villaescusa I. e Peeren E., (2019 a cura di), Other Globes. Past and Peripheral Imaginations of the Globe, Londra e New York, Palgrave MacMillan, pp. 231-248.

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Caleo/ Gorchakovskaya; Farabbi/Castelli

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