Femminismi. Idee, movimenti, conflitti, Federica Castelli e Roberto Carocci (a cura di), Novadelphi 2021

Nelle parole dei suoi curatori, questo volume «si radica in un’esperienza e in una pratica», quella del modulo Storico-filosofico e del laboratorio Lineamenti di genere, femminismi e differenza del Master di Studi e Politiche di Genere dell’Università degli Studi di Roma Tre. Questo radicamento si respira tra le pagine del testo, e diventa tangibile nell’avvicendarsi dei saggi che lo compongono. Tra di essi infatti si istituisce un dialogo costante che trascina con sé il lettore nell’officina sempre aperta di teorie e pratiche che danno forma al panorama dei femminismi internazionali. In questo botta e risposta, il volume si profila come strumento per orientarsi negli sviluppi che negli ultimi due secoli hanno attraversato i movimenti femministi, le battaglie che hanno combattuto, e le elaborazioni teoriche che li hanno accompagnati. E proprio in virtù dell’impianto dialogico che si istituisce tra i diversi contributi, la raccolta permette di procedere lungo la storia dei femminismi senza rimanere schiacciati entro una visione lineare e progressiva. Al contrario, muovendosi nei rimandi che si istituiscono nei saggi tra dibattiti, teorie e movimenti, chi legge può accedere alla complessità di voci e vissuti che compongono la storia del movimento.

Un simile approccio guida la scelta dei temi e delle esperienze raccontate ma non solo, si apprezza anche come pratica stessa di scrittura all’interno del volume. Ne sono esempio i due ultimi contributi, intitolati Dialoghi. Il primo di questi è un confronto tra Giada Bonu e Djamila Ribeiro in cui viene approfondita la storia policentrica del femminismo nero. Conversazione che si pone come ascolto dell’esperienza altrui «a partire dalle proprie differenze, privilegi, oppressioni». Partendo da una riflessione sul vissuto di Ribeiro si aprono strade per affrontare la molteplicità di sfide sostenute nella definizione del femminismo nero e nel suo confronto con il femminismo bianco, arrivando ad abbracciare con un solo gesto il Brasile, le Americhe e la storia coloniale europea in una compresenza di tempi e di spazi. Nel secondo contributo dei Dialoghi lo scambio tra Silvia Federici e Anna Curcio si traduce nel fondersi delle loro voci. Il racconto del percorso del femminismo di Federici trova forma nella voce di Anna Curcio, dando corpo ad una autobiografia inedita.

In consonanza con l’idea dell’inestricabilità di teoria e pratica, i diversi saggi approfondiscono la discussione delle esperienze di vita e di movimento che si sono succedute (dal suffragismo alle nuove sfide poste dall’eco-femminismo) e a partire da queste chiavi particolari gettano luce sulle questioni teoriche che sono state portanti nella storia del femminismo. I contributi offrono uno spaccato di alcune delle fasi attraversate dai movimenti femministi dal xix secolo ad oggi, e ognuno istituisce ponti tra discipline, contesti geografici, ideologie. Così, ad esempio, il saggio di Stelliferi ci cala nell’esperienza dei femminismi italiani degli anni ’70 e ‘80, con uno sguardo teso cogliere i modi in cui, nel binomio di impegno politico-civile e ricerca scientifica, queste esperienze hanno contribuito alla ridefinizione delle categorie e dei metodi della ricerca storica. L’attenzione di Rossini al suffragismo statunitense, invece, permette di coglierne le specificità anche approfondendo la sua influenza sulle lotte per il diritto al voto in altri paesi. Ecco invece che, nel saggio di Carocci, il racconto dell’incontro (mancato) tra questione femminile e movimento socialista apre ad un incontro (questo sì riuscito) nella rilettura critica del socialismo.

Nel saggio di Castelli, con una simile logica che dal particolare cinge diverse storie, contesti, lotte, la discussione de Il secondo sesso di Simone de Beauvoir costituisce il filo da cui partire per interrogarsi sulle periodizzazioni e distinzioni teoriche dei femminismi del ‘900. Delineati, in questi primi saggi, alcuni tasselli di quel mosaico cangiante che sono i femminismi, lo sguardo dei contributi successivi ne rifrange ancora di più la figura approfondendo gli intrecci delle esperienze e teorie femministe con il lesbismo, il movimento omosessuale, e le teorie queer. In questi saggi viene operata una rilettura di alcuni momenti salienti dei movimenti femministi che non li pone come oggetto definito, in sporadica interazione con altre esperienze che gli sarebbero estranee. Viene invece variamente messo in luce come queste esperienze abbiano avuto forza costitutiva per gli sviluppi teorici e pratici dei femminismi. E ancora una volta questo avviene prendendo spunto da biografie, esperienze, eventi.

Successivamente la lente di lettura si estende ancora, seguendo una direttrice in primo luogo spaziale, aprendosi quindi ad una ricognizione delle esperienze, teorie e percorsi intrapresi dalle donne al di fuori dell’alveo della cultura europeo-anglosassone. Qui, vengono prese in considerazione le influenze critiche dei femminismi postcoloniali sulla narrazione del femminismo bianco e sulle categorie di donna, sorellanza, e oppressione per come in esso si sono andate definendo. Come si riscontra in precedenza, trovandosi di fronte a fenomeni sfaccettati a cavallo tra discipline, la discussione dei femminismi postcoloniali comporta uno sguardo critico anche sugli studi postcoloniali in generale. Gli ultimi due saggi ampliano ancora la complessità del prisma femminismi che il volume delinea, introducendo le teorie eco-femministe e il cyborgfemminismo di Haraway. Con la discussione di queste teorie si procede nel confronto critico con le categorie portanti dei femminismi, attraverso la considerazione delle continuità tra umano e non umano e la messa in discussione dell’eccezionalismo umano.

Percorrendo il succedersi e l’affastellarsi delle teorie e delle pratiche dei femminismi, i saggi che costituiscono Femminismi. Idee, movimenti, conflitti ne tratteggiano una immagine in costante ridefinizione. In queste esplorazioni, viene sempre sottolineato come la mai sopita messa in discussione dei fondamenti teorici è anche e soprattutto preludio a nuove alleanze e nuove pratiche. Così, questo volume si offre come strumento per orientarsi nella comprensione dei femminismi, per immaginare le loro future evoluzioni e muoversi incontro ad esse.

Sofia Scacco in FEMMINISMO Q.B., DWF (133) 2022, 1