DWF
donnawomanfemme
Roma, Editrice coop. UTOPIA, 1986-

Senza rete, 1999, n. 44

EDITORIALE, Senza rete, pp. 2-8

Negli ultimi numeri "DWF" ha trattato dell'attuale situazione della politica delle donne in Italia; in questo numero l'analisi del contesto politico è accompagnata dalla riflessione sulle trasformazioni della rivista stessa e sul bisogno di ripensarne ancora una volta la funzione e la pratica politica. In quanto soggetto politico collettivo, le redattrici analizzano le relazioni all'interno del gruppo e i cambiamenti in corso nelle relazioni tra donne nel contesto italiano. Anche la creazione su Internet di numerose reti viene presa in considerazione. In un momento di cambiamenti radicali e drammatici - culturali, politici e tecnologici - "DWF" vuole, ancora una volta, "spostare i confini" dell'interpretazione della realtà, individuando e nominando i nuovi problemi e le nuove sfide che il femminismo deve affrontare.

BOTTI Caterina - GIARDINI Federica, In dialogo, pp. 9-19

Due "giovani" filosofe rispondono alle questioni sollevate dall'editoriale. Quel che emerge è soprattutto la forza che il pensiero delle donne continua ad avere, anche se nuovi strumenti concettuali e politici sono necessari a fronte dei cambiamenti storici.

BIONDI Annalisa - TATAFIORE Roberta, Scacco matto, pp. 20-25

Qual è l'eredità femminista per il terzo millennio? La cultura e la politica femminista possono fronteggiare in modo adeguato la sfida rappresentata dalla riorganizzazione politica e sociale e dalla sua ideologia? A partire da un contesto totalmente diverso da quelli in cui il femminismo degli anni Settanta, con le sue pratiche politiche, è nato, la risposta di Tatafiore alle domande di Annalisa Biondi è chiara: il femminismo è finito e non c'è eredità per la quale lottare o su cui scommettere. Trent'anni di femminismo hanno dato nascita a una nuova libertà femminile, in una situazione dominata dal libero mercato e dal libero scambio delle idee, che hanno reso possibili relazioni tra donne in campi e modi molto diversi, affettivi e strumentali. In una società "globalizzata" è aspettativa diffusa che le donne abbiano qualcosa di nuovo da dire, che sia importante anche per la politica. Questa aspettativa si basa però sull'idea di una superiorità morale e non sulla reale fecondità delle relazioni politiche tra donne. Secondo Tatafiore questi tre elementi sono correlati all'originario separatismo femminista in modo solo apparente, poiché non producono un'analisi critica del sistema socio-simbolico e non riescono a interpretare la crisi nelle relazioni tra i sessi, nell'epoca della fine del patriarcato.

SBORGI Ilaria B., Tessere femministe, pp. 26-30

L'articolo prende in esame i cambiamenti della politica delle donne, i diversi luoghi e premesse da cui questa si sviluppa e analizza l'uso di Internet nella formazione e crescita di due reti - "Nessi GENDERation" and "30something" - centrate sui women's e gender studies da un punto di vista generazionale. L'articolo intende mostrare come essere nate in rete mette le reti a confronto con il non facile compito di ripensare i progetti politici, anche a partire dalle forme di comunicazione utilizzate. Un'ultima osservazione è riservata al fatto che le reti hanno spesso portato a privilegiare il fare sulla riflessione, ma per quanto detto sopra possono anche essere viste come laboratori dove sperimentare nuove potenzialità della politica delle donne.

CACIOLI Patrizia - GIARDINI Federica - FRAIRE Manuela, La lettera A di un alfabeto ancora a venire, pp. 31-40

Le due redattrici intervistano Manuela Fraire. L'attuale crisi della politica delle donne è legata alla negazione di due importanti questioni: gli ostacoli nella trasmissione del potere tra donne e la scarsa capacità di agire il conflitto tra donne. Sono questi due elementi essenziali per la crescita delle relazioni politiche tra donne.

CACIOLI Patrizia - MASI Paola, Cambio di stagione, pp. 41-46

Durante l'estate si è tenuto sui quotidiani un dibattito sulla perdurante sottorappresentanza delle donne in politica e nell'accademia. Le autrici analizzano i principali contributi e delineano il contesto della controversia. Nonostante le differenze è possibile rintracciare due elementi comuni. Primo, ogni proposta origina da una rete concreta di relazioni tra donne e non da un laboratorio o da un partito politico. Secondo, una comune impazienza nel protrarsi di uno sistematico svantaggio femminile nella vita pubblica. Su questo ultimo punto, le autrici propongono di proseguire l'analisi di singoli casi di conflitto e di strategie individuali, anziché precipitarsi ad aderire alle agende governative.

CHIURLOTTO Vania, "Libiam ne' lieti calici…", pp. 47-49

Giocando con diverse arie di La Traviata di Verdi, l'autrice spiega la sua decisione di lasciare la redazione di "DWF", anche a partire da una riconsiderazione della funzione e della politica della rivista.

FATTORINI Emma - GIAMPIETRO Luisa, Un padre ingombrante. Udi e Pci negli anni cinquanta, pp. 50-68

In questa sezione della rivista una studiosa presenta il lavoro di una studiosa più giovane. In questo numero Emma Fattorini presenta la tesi di Giampietro, pubblicata qui solo in parte. L'autrice ha compiuto le sue ricerche negli archivi del Pci per analizzare gli sviluppi del rapporto tra questo partito politico e l'Udi, in particolare dal punto di vista del lavoro delle donne. "L'Udi si trova presto in un'area di confine tra un'idea di politica come lotta per una nuova democrazia e la sua necessità di uno spazio differente" e di nuovi modelli femminili, alla ricerca di una difficile autonomia teorica.

PIRRI Ambra, Nonostante il femminismo, pp. 69-80

L'autrice ha introdotto il libro di Teresa de Lauretis, Soggetti eccentrici, in occasione della sua presentazione alla Libreria delle donne di Roma, organizzata in collaborazione con il Centro di documentazione donnawomanfemme. Nella sua introduzione l'autrice delinea i principali temi dell'opera di de Lauretis.

SAPEGNO Maria Serena, Pratica dell'inconscio, pp. 81-84

Riflettendo, dopo lungo tempo, sulla passione e il significato di un'esperienza politica così forte com'è stata la pratica dell'inconscio, l'autrice ne analizza i principali problemi e contraddizioni. L'analisi si estende poi all'uso che della psicoanalisi ha fatto il movimento femminista concludendo per un sostanziale fallimento nel dare risposta a problemi cruciali.