DWF. Donna Woman
Femme
Rivista internazionale di studi antropologici storici e sociali sulla donna
Roma, Bulzoni
1976 Anno I, n. 2
Editoriale, pp. 7-8
Ha il carattere di un sommario che illustra i contenuti del numero, dedicato ai modi del processo di inculturazione della donna in diversi ambiti scientifici e diversi tempi e paesi.
MAGLI Ida, Potenza della parola e silenzio della donna, pp. 9-20
Lo scambio delle donne, secondo le tesi di Lévi-Strauss
in Le strutture elementari della parentela, non solo rende possibile una comunicazione
reale tra gruppi, con la formazione di alleanze, ma rende anche chiare le basi
simboliche della natura in cui la donna è posta per mezzo del linguaggio.
In effetti, ogni "atto" è compiuto in virtù della potenza
delle parole che vengono scambiate per la loro abilità di portare avanti
l'azione. L'esempio più chiaro del potere di creazione della parola è
la presenza in ogni cultura del mito della creazione - il Logos. Spiccano tra
questi l'Antico e il Nuovo Testamento. La
donna viene così esclusa dall'uso effettivo della parola: la parola di
una donna sarebbe troppo potente; finirebbe per rendere identico ciò
che significa con ciò che è significato, e sarebbe altrettanto
creativa della Dea della Creazione.
Gran parte dell'inferiorità sociale della donna deriva da ciò,
poiché il potere - qualsiasi tipo di potere - è basato innanzi
tutto e soprattutto, sull'uso della parola potente.
BUTTAFUOCO Annarita, Appunti sul problema storico dell'inculturazione femminile. Note sul Medioevo, pp. 21-47
La donna che conosciamo oggi è il prodotto di un lungo processo storico. In questo processo ha imparato ad essere "femminile" - debole, indecisa, illogica, appassionata, etc. Queste caratteristiche, considerate "naturali" in una donna, sono in realtà qualità che la cultura le ha assegnato, costringendola, attraverso la violenza, il sarcasmo, la paura, ad adeguarvisi. Nel corso di una inculturazione durata secoli è stata educata al punto da voler essa stessa essere debole, sensibile, illogica, materna. Con il termine 'inculturazione' intendiamo il processo attraverso cui gli individui sono condotti ad apprendere e ad adottare come propri i valori del gruppo cui appartengono, accomodando le loro personalità ai modelli e ai ruoli predisposti dalla cultura, in particolare riguardo alla differenza dei ruoli tra i sessi. Questo articolo prende in considerazione alcuni testi pedagogici del XIII secolo sull'educazione delle donne, e rende evidente che lo scopo di questi cosiddetti "consigli" è quello di controllare la personalità femminile. Ma al di là di tali consigli e trattati pedagogici l'inculturazione avviene attraverso infiniti altri canali: filastrocche, fiabe, preghiere, i testi delle sacre rappresentazioni medievali. Le bambine sono influenzate culturalmente non solo all'interno della famiglia; oltre alla famiglia hanno davanti a sé l'esempio del comportamento adulto - il comportamento di tutti gli uomini e di tutte le donne.
PAOLINI Maria Grazia, La donna nel caravaggismo, pp. 49-77
L'autrice mostra, attraverso alcuni dipinti
del Caravaggio, come sia cambiato il concetto di donna in alcuni settori della
società, agli inizi del Seicento. Nel considerare questi cambiamenti,
dobbiamo prendere in considerazione gli stimoli religiosi ed etici che il pittore
ha recepito e alla cui formazione ha contribuito. Ad
esempio, in alcuni suoi dipinti religiosi, Caravaggio utilizza una nuova iconografia,
a testimoniare che il neo-evangelismo produce un nuovo approccio all'umanità
- e dunque al genere femminile - a prescindere dalle origini sociali o dalle
condizioni di vita.
L'ideale di rinnovamento espresso dal Caravaggio è meno evidente nei
suoi seguaci, il cui lavoro, d'intento naturalistico, riflette nondimeno il
cambiamento di ideali di una società in trasformazione. Prendendo
in esame l'opera di una pittrice dello stesso circolo, Artemisia Gentileschi,
l'autrice si concentra su di lei. Gentileschi era un personaggio difficile,
sia per il suo stile di vita, sia per i suoi tentativi di esprimere se stessa.
Lottò per trasmettere la comprensione che aveva faticosamente raggiunto,
non senza compromessi, nei suoi tentativi di riconciliare le aspirazioni alla
libertà di affermarsi e di esprimersi, con le limitazioni dell'essere
una donna, sola, e portatrice di un ideale artistico che era già in declino.
GAY Rita, Due allieve di Freud di fronte all'"enigma della femminilità", pp. 79-100
Helen Deutsch e Karen Horney, due allieve di Freud, hanno portato avanti le premesse freudiane sulla sessualità femminile, ma raggiungendo conclusioni opposte. È importante paragonare queste conclusioni poiché ognuna rispecchia posizioni ampiamente diffuse oggi. Helen Deutsch accetta completamente l'assunto di Freud che la femminilità è istintiva e biologica e sostiene che la personalità femminile è contraddistinta da un erotismo specifico, sublimato e spirituale, che conduce la donna a identificarsi con l'uomo, rinunciando alla propria identità. Essa ritiene che la causa di ciò sia una passività masochistica, che la donna soddisfa completamente nella maternità, e che ciò le permette di trasferire il suo narcisismo sul figlio, e di soddisfare il proprio masochismo nella sottomissione e nel sacrificio di sé. Karen Horney, d'altro canto, mette a profitto molte nuove scoperte etnologiche e antropologiche. Respinge l'idea di una natura immutevole degli istinti. Secondo lei la teoria freudiana della femminilità non rappresenta niente più che l'esposizione sistematica delle idee tipicamente maschili sulle donne. Si apre così una ricerca sulla personalità femminile, non in quanto determinata dall'istinto, come vuole la teoria freudiana, ma piuttosto considerata quale prodotto degli ideali maschili della società.
FERRO Filippo Maria, La donna tra ragione e follia: il consumismo consumato, pp. 101-128
Proseguendo l'articolo introduttivo del numero
precedente, ci accingiamo a una revisione di alcuni capitoli della psichiatria
che incarnano un'ideologia estremamente repressiva e piena di pregiudizi contro
le donne. La cosiddetta "anoressia nervosa" è una forma di
disturbo psichiatrico che nasce da un certo condizionamento socioculturale in
cui la donna vede la propria azione creativa e responsabile intrappolata nell'esiguo
circolo disegnato per lei dalle cieche leggi del consumismo. Il
complesso significato culturale e simbolico del "cibo" e il rifiuto
di esso (la paziente anoressica rifiuta di mangiare) è una traccia preziosa
per capire la crisi della struttura familiare, ma l'anoressia nervosa è
il risultato patologico di una certa logica del sistema.
Dichiarazioni delle pazienti e delle loro famiglie accompagnano la ricerca.
CIMMINO Franco, La posizione giuridica della donna nell'Antico Egitto (2778 - 2263 a.C.), pp. 129-136
Solo per il periodo ellenistico - sui tremila anni della storia egizia sotto i Faraoni - la posizione giuridica della donna è ben documentata. Nel periodo precedente, le fonti sono frammentarie e un'indagine fondata diventa ancora più difficile. L'articolo tratta del primo periodo della storia egiziana, riguardante le dinastie dell'Antico Regno. I documenti sono pochi, e trattano principalmente delle leggi ereditarie o derivano da un esame delle norme che regolavano i culti funerari. Questi elementi, connessi con attendibili resoconti storici e con la letteratura erudita contemporanea, corroborati da prove verificabili su dipinti e sculture, hanno permesso di delineare con una buona approssimazione quel che dev'essere stata la posizione giuridica della donna e il suo posto nella società in uno dei più civili sistemi politici del mondo antico.
GAYTAN Rosa Sylvia, Aspetti sociogiuridici del lavoro femminile in Messico, pp. 137-160
L'autrice, una sociologa messicana, deduce dall'ultimo
censimento messicano del 1970 che la percentuale di donne lavoratrici è
una delle più basse del mondo. Le donne sono il 18,2% della popolazione
attiva e solo il 13,5% della popolazione attiva femminile lavora. L'autrice
tenta di rintracciare le cause principali di questa situazione, alcune delle
quali sono tipiche di tutti i paesi sviluppati mentre altre sono specifiche
della società messicana. Vi sono due cause generali: la discriminazione
sessuale nell'istruzione, che porta le donne a trovare lavoro solo nei settori
che richiedono una più bassa qualificazione e la mancanza di servizi
che potrebbero alleviare il doppio carico del lavoro domestico e di quello esterno.
Questi fattori portano all'assenteismo e a frequenti cambiamenti di lavoro.
Si riscontrano questi fenomeni anche tra
immigrati non qualificati, che incontrano difficoltà nell'adattarsi al
sistema di produzione industriale. In ogni caso, nei settori di impiego femminile,
questi fenomeni sono imputati alla "natura" della donna e alla sua
conseguente incapacità di adeguarsi e progredire nell'ambito delle attività
industriali. E nonostante che il principio della parità di salario a
parità di lavoro sia stabilito per legge, l'inferiorità "naturale
"della donna è spesso addotta come motivo per continuare la discriminazione
salariale. Secondo l'autrice, alcune propongono
il lavoro esterno come soluzione che porterebbe le donne a liberarsi dal doppio
carico della produzione e del lavoro casalingo. Ma questa proposta ignora il
terribile sfruttamento che il lavoro esterno rappresenta per le donne. Gaytàn
propone di condurre alcune ricerche, anche fuori dal Messico, al fine di comprendere
pienamente i problemi delle donne che lavorano. Sostiene
inoltre la necessità di una più piena partecipazione delle donne
all'attività sindacale, di maggiori servizi sociali, della fine della
discriminazione nell'istruzione, dell'effettiva applicazione del principio della
parità di salario a parità di lavoro, dell'abbattimento delle
barriere di accesso delle donne ad alcuni lavori e di una seria politica di
formazione professionale.
PASINI Willy, Le reazioni maschili - Contraccezione e aborto, pp. 161-174
Le ricerche di Willy Pasini, condotte nei dintorni
di Ginevra, riguardano il problema della contraccezione in generale e il desiderio
di maternità. Il confronto è condotto con i capitoli relativi
alla resistenza maschile alla contraccezione e all'aborto. L'analisi di Pasini,
per quanto venga usato anche il metodo statistico, è principalmente un'analisi
medico-psicologica, sebbene lo stesso autore riconosca che l'approccio culturale
è necessario in qualsiasi indagine sul problema della resistenza alla
contraccezione.
MAGLI Ida, Note dell'antropologa, pp. 175-178
L'antropologa Ida Magli affronta il testo di Pasini dal proprio punto di vista disciplinare, partendo dall'immagine della donna nella nostra cultura - un'immagine che lega costantemente la donna alla natura e la rende responsabile della vita e della morte. Magli afferma che le resistenze alla contraccezione sono dovute al desiderio di mantenere tale immagine culturale della donna e che tale immagine viene confermata quando è in questione l'aborto.
CONTI ODORISIO Ginevra, Note storico-politiche, pp. 179-183
La storica della politica Ginevra Conti Odorisio discute del problema della contraccezione e dell'aborto nell'ambito del dibattito politico-teorico che ha avuto luogo per alcuni anni nel movimento femminista. L'aborto non libera la donna, ma dobbiamo garantire a livello politico che la donna che, per una qualsiasi ragione, è costretta ad abortire non sia più perseguibile per legge, come è stato finora in Italia. L'autrice concorda con la necessità di liberare la donna dalla sua immagine culturale ma avanza anche il problema di una scelta politica immediata.
BUTTAFUOCO Annarita (a cura di), El costume de le donne, pp. 184-201
Poemetto anonimo di carattere popolare, esempio di "Avvertimento di maritaggio", cioè di norme di condotta che una madre forniva alla figlia che andava sposa. La stampa più antica è quella bresciana del 1536. Testo offerto nella sezione "Materiali" come spunto per ricerche o approfondimenti.